Alla ricer­ca dei „sag­gi“ ante­na­ti e per­c­hè ciò può esse­re di uti­li­tà per un leader.

19.06.2019, Brun­nen SZ


Per mol­te per­so­ne arri­va un momen­to nella pro­pria vita in cui ci si chie­de «da dove ven­go?», «qua­li sono le mie radi­ci?», «a chi asso­miglio di più (famiglia/antenati)?», «per­c­hè sono come sono?”. Fin dai tem­pi più remo­ti sono que­ste le doman­de che l’umanità si pone.

Nella cul­tu­ra col­let­ti­va sus­si­ste anche il det­to o il pen­sie­ro “dov­rem­mo impara­re dal nostro pas­sa­to”. Ma per­c­hè? Per­c­hè fa sen­so anda­re alla ricer­ca del nostro pas­sa­to, del­le nost­re ori­gi­ni, dei nostri ante­na­ti? E che bene­fi­ci ci apporta?

Un po’ di tem­po fa’, sono sta­ta contat­tata da mio cugi­no, che non ave­vo visto da qua­si 30 anni. Era alla ricer­ca di ricor­di e infor­ma­zio­ni sul nostro non­no pater­no. Nostro non­no era quello che in ger­go si dice “un pez­zo di pane”, in alt­re paro­le un uomo con un gran cuo­re. Mio cugi­no pur­trop­po non ha avu­to modo di cono­scer­lo, visto che il non­no è dece­du­to trop­po pre­sto. Tut­ta­via ave­va sen­ti­to dire di lui che fos­se una bra­va per­so­na. Iro­nia del­la sor­te, nel­lo stes­so peri­odo del­la pre­sa di con­tat­to di mio cugi­no, anch‘io ero alla ricer­ca di infor­ma­zio­ni sui miei bis­non­ni mater­ni, dal­la cui auto­bio­gra­fia spe­ra­vo di otte­ne­re risor­se per me posi­ti­ve. Per­c­hè la ricer­ca del­la sto­ria dei nostri ante­na­ti è importan­te per noi?

Pro­ba­bilm­en­te, per­c­hè ent­ram­bi abbia­mo svi­lupp­a­to mol­to pre­sto le nost­re for­me di resi­li­en­za, e sti­amo cer­can­do ris­po­ste, per­c­hè sia­mo chi sia­mo, e per­c­hè sti­amo facen­do il nostro cammi­no nella vita, nono­stan­te alti e bas­si. For­se voglia­mo inolt­re capi­re, cosa era importan­te ai nostri avi, qua­li dif­fi­col­tà han­no dovu­to affronta­re, e qua­li aspet­ti di que­ste dif­fi­col­tà sono a tutt’oggi pre­sen­ti anche in noi.

Mol­te per­so­ne resi­li­en­ti han­no la nost­ra stes­sa neces­si­tà: tro­va­re model­li da segui­re e che spie­ga­no chi sia­mo. In tal­uni casi, si ha la for­tu­na di trovare/avere paren­ti o avi in fami­glia, che sono fon­ti di posi­ti­vi­tà e sag­gez­za; in altri casi pur­trop­po non è così (infor­ma­zio­ni man­can­ti, o non cono­scen­za di una per­so­na del gene­re in fami­glia). Ma che sup­porto può dare una per­so­na “sag­gia”, rea­le o sim­bo­li­ca che sia? Per­c­hè è così importan­te ave­re cono­scen­za del­le nost­re ori­gi­ni? E per­c­hè in un con­te­sto busi­ness e/o di posi­zio­ne di dirigenza?

For­se cono­sce­te già il TED talk „grand­mo­ther Jack“:

https://www.ted.com/talks/dixon_chibanda_why_i_train_grandmothers_to_treat_depression/transcript

Que­sto approc­cio per aiut­a­re pazi­en­ti con HIV, si basa­va sul­la ter­a­pia dis­cor­si­va ese­gui­ta da „non­ne“, che acco­glie­va­no i loro pazi­en­ti su pan­chi­ne nel par­co. I suc­ces­si, inte­si come una ridu­zi­o­ne visi­bi­le di depres­sio­ni, è sta­to note­vo­le. Ma cosa han­no fat­to di par­ti­co­la­re que­ste “non­ne”? Ascol­ta­va­no… mostra­va­no la loro empa­tia, e con­si­glia­va­no basan­do­si sul loro sape­re e le loro espe­ri­en­ze. Da tem­pi remo­ti abbia­mo biso­g­no come esse­ri uma­ni, di qual­cu­no che ci ascol­ti, che ci stia accan­to con­si­gli­an­do­ci, di qual­cu­no che sap­pia cal­ma­re le nost­re emo­zio­ni trop­po for­ti, di qual­cu­no come esem­pio da segui­re. Cer­chi­amo con­for­to e soste­g­no, linee gui­da da segui­re (valo­ri), sag­gez­za che ci pos­sa aiut­a­re nel nostro attua­le e futu­ro cammino.

In un mon­do VUCA semp­re più velo­ce, le per­so­ne cer­ca­no semp­re più con­nes­sio­ni vere, empa­tia, sicu­rez­za-con­for­to, valo­ri e una for­ma di sag­gez­za. Effi­ci­en­za, agi­li­tà, costan­ti cam­bia­men­ti, com­pi­ti semp­re più comples­si, ambi­gui­tà, posso­no inve­ce desta­bi­liz­za­re. Se on top sus­si­ste anche una sto­ria di situa­zio­ne fami­glia­re non faci­le, risul­ta qua­si natu­ra­le che le per­so­ne come mec­ca­nis­mo di resi­li­en­za cer­chi­no risor­se nella sto­ria degli ante­na­ti o nel loro attua­le ambi­en­te cir­co­stan­te. Se non ci sono in fami­glia, maga­ri le figu­re «sag­gie» sono però pre­sen­ti sot­to­for­ma di insegnan­ti, amici, colleghi.

Mol­te per­so­ne, nono­stan­te abbia­no spe­ri­men­ta­to ambi­en­ti fami­glia­ri dif­fi­ci­li, o seb­be­ne le fami­glie si trov­as­se­ro in con­te­sti ardui (guer­ra, migra­zio­ne etc.), han­no soprav­vis­suto e svi­lupp­a­to un loro tipo di resi­li­en­za, viven­do anche spes­so una vita appa­gan­te. Le per­so­ne resi­li­en­ti rac­con­ta­no spes­so di ave­re valo­ri for­ti o una fede sal­da, che gli sono sta­ti tra­man­da­ti da per­so­ne di rif­e­ri­men­to del­la pro­pria fami­glia o del loro ambi­en­te cir­co­stan­te. Anche il caso con­tra­rio è comun­que pos­si­bi­le. Per esem­pio han­no avu­to in fami­glia casi nega­ti­vi ecla­tan­ti, che li han­no ind­ot­ti a costruir­si il loro codi­ce di valo­ri per non fini­re come i loro paren­ti. Tal­vol­ta inolt­re non sono per­so­ne rea­li, ma ben­sì figu­re sim­bo­li­che o per­so­ne di rif­e­ri­men­to col­let­tivo qua­li per esem­pio Gan­dhi o Gali­leo a esse­re le risor­se per i pro­pri valo­ri o la pro­pria fede. Dul­cis in fun­do, per­si­no ani­ma­li, con cui si ha un legame emo­zio­na­le, posso­no dar for­za o spro­na­re a deter­mi­na­ti valori.

È importan­te capi­re da dove han­no ori­gi­ne i nostri valo­ri, ciò in cui cre­dia­mo, i nostri „pat­tern“ com­por­ta­men­ta­li, e aprez­zar­li , per­c­hè ci sono sta­ti, e for­se ci sono anco­ra d‘utilità. A vol­te però gli stes­si valo­ri e com­por­ta­men­ti posso­no risul­t­a­re non ade­gua­ti a talu­ne situa­zio­ni. Spe­cial­men­te come lea­der ci vie­ne spes­so richie­sto la «qua­dra­tura del cer­chio» , nel sen­so di resta­re in un cer­to sen­so in uno sta­to di «in medi­as res», ma al con­tem­po di esse­re auten­ti­ci e approc­cia­bi­li. Venia­mo apprez­za­ti pro­prio per deter­mi­na­ti valo­ri e cre­di, ma se trop­po inten­si o estre­mi, posso­no venir per­c­e­pi­ti all‘improvviso ina­dat­ti o ost­aco­lan­ti in deter­mi­na­ti contesti.

È dun­que importan­te per un lea­der capi­re da dove pro­ven­go­no i pro­pri valo­ri, cre­di e com­por­ta­men­ti, e ana­liz­zar­li in manie­ra auto­rifles­si­va: sopra­tut­to per capi­re in che cir­co­stan­ze e in qua­le qua­li­tà d’intensità essi sono appro­pria­ti e uti­li. Esi­sto­no diver­si stu­di su que­sto tema. Vor­rei citar­ve­ne qui di segui­to alcu­ni, che sono anche già men­zio­na­ti nel paper di Tscho­laklan L. et al. (2019). Mol­ti stu­di han­no già ana­liz­za­to, in che misu­ra la fami­glia, il con­te­sto socia­le, l’educazione e il back­ground cul­tu­ra­le abbia­mo ispi­ra­to un lea­der a per­se­gui­re cer­ti valo­ri (Hou­se et al., 2002; Shamir et al., 2005; Day et al., 2014; Mum­ford et al., 2015, Nguy­en et al., 2018). Inolt­re i seguen­ti stu­di han­no dimo­stra­to che pos­si­bi­li traumi in gio­ven­tù, han­no un influsso sul lea­der adul­to (Danie­li, 1998; Kidron, 2004: Phil­ip­pe et al., 2011; Ogle et al., 2013). Que­sti traumi posso­no natur­al­men­te ave­re con­se­guen­ze sia posi­ti­ve che nega­ti­ve per l’adulto (Yehu­da et al., 1998; Ogle et al. 2013). E on top di ciò Tscho­laklan L. (2019) ha for­mu­la­to anche l’ipotesi che per­si­no i traumi col­let­ti­vi (Olo­causto o altri geno­ci­di per esem­pio) han­no pro­ba­bilm­en­te un influsso sui valo­ri di un lea­der, e que­sto anche alcu­ne genera­zio­ni dopo gli even­ti. Per­ché pro­ba­bilm­en­te? Per­c­hè sia­mo per­so­na­li­tà ibri­de. Noi non abbia­mo una sola cul­tu­ra (Krä­mer et al., 2012), ben­sì sia­mo un puz­zle di espe­ri­en­ze cul­tu­ra­li diver­se, e dun­que abbia­mo in noi anche valo­ri e cre­den­ze, che ci sono sta­ti tra­man­da­ti tra­mi­te ritua­li, even­ti o rac­con­ti famigliari.

Più sap­pia­mo di noi stes­si, del nostro pas­sa­to e dei nostri avi, più sia­mo in gra­do di apprez­za­re le risor­se buo­ne a nost­ra dis­po­si­zio­ne, e di adat­ta­re situa­tiv­a­men­te i nostri self-limi­ting belie­ves e l‘intensità dei nostri cre­di, valo­ri e/o com­por­ta­men­ti, che tal­vol­ta posso­no esse­re trop­po estre­mi. Que­sto ci aiu­ta anche nella nost­ra posi­zio­ne di lea­der­ship, per­c­hè gra­zie a que­sto sape­re possiamo:

  • Impara­re ad auto­re­go­lar­ci meglio.
  • Com­port­ar­ci in manie­ra situa­tiv­a­men­te adatta.
  • Rima­ne­re autentici.
  • Capi­re meglio cosa i nostri dipen­den­ti stan­no pro­van­do. Il nostro ascol­to empa­ti­co vie­ne allenato.
  • Rico­no­sce­re ed usa­re le nost­re risor­se e quel­le dei nostri dipen­den­ti in manie­ra siner­gi­sti­ca in tem­pi di cambiamento.


Se in più sus­si­ste la pre­sen­za di per­so­ne sag­gie (qua­li men­to­ri, peers di alt­re azi­en­de o set­to­ri, allen­ato­ri, con­su­len­ti o coa­ches), o di figu­re sim­bo­li­che attua­li, che fungo­no da risor­sa com­ple­men­ta­re per il lea­der, la pro­ba­bi­li­tà è alta che ci sia­no “buo­ne premesse/condizioni“, affin­c­hè il lea­der pos­sa svol­ge­re bene la sua fun­zio­ne in un mon­do lavo­r­a­tivo VUCA.

La vostra Corina

Rif­e­ri­men­ti:

Danie­li, Y. (1998). “Asses­sing trau­ma across cul­tures from a mul­ti­ge­ne­ra­tio­nal per­spec­ti­ve” in Inter­na­tio­nal             hand­book of mul­ti­ge­ne­ra­tio­nal lega­ci­es of trau­ma. ed. Y. Danie­li (New York, NY: Sprin­ger Sci­ence +     Busi­ness Media, LLC), 65–89.

 

Day, D. V., Flee­nor, J. W., Atwa­ter, L. E., Sturm, R. E., and McKee, R. A. (2014). Advan­ces in lea­der and       lea­der­ship deve­lo­p­ment: a review of 25 years of rese­arch and theo­ry. Lea­dersh. Q. 25, 63–82. doi:              10.1016/j.leaqua.2013.11.004

 

Kidron, C. A. (2004). Sur­vi­ving a distant past: a case stu­dy of the cul­tu­ral cons­truc­tion of trau­ma des­cen­dant            iden­ti­ty. Ethos 31, 513–544. doi: 10.1525/eth.2003.31.4.513

 

Krä­mer, Gesa, Nazar­kie­wicz, Kir­sten (2012). Hand­buch Inter­kul­tu­rel­les Coa­ching. Kon­zep­te, Metho­den,     Kom­pe­ten­zen kul­tur­re­fle­xi­ver Beglei­tung. Göt­tin­gen, Van­den­hoeck & Ruprecht GmbH & Co. KG.

 

Hou­se, R., Javi­dan, M., Han­ges, P., and Dorf­man, P. (2002). Under­stan­ding cul­tures and impli­cit lea­der­ship               theo­ries across the glo­be: an intro­duc­tion to pro­ject GLO­BE. J. World Bus. 37, 3–10. doi:                10.1016/S10909516(01)00069–4

 

Mum­ford, M. D., Watts, L. L., and Part­low, P. J. (2015). Lea­der cogni­ti­on: approa­ches and fin­dings. Lea­dersh. Q.     26, 301–306. doi: 10.1016/j.leaqua.2015.03.005

 

Nguy­en, D. D., Hagen­dorff, J., and Eshraghi, A. (2018). Does CEO cul­tu­ral heri­ta­ge affect per­for­mance under             com­pe­ti­ti­ve pres­su­re? Rev. Financ. Stud. 31, 97–141. doi: 10.1093/rfs/hhx046

 

Ogle, C. M., Rubin, D. C., and Sieg­ler, I. C. (2013). The impact of the deve­lo­p­men­tal timing of trau­ma expo­sure        on PTSD sym­ptoms and psy­cho­so­cial func­tio­ning among older adults. Dev. Psy­chol. 49, 2191–2200.   doi: 10.1037/a0031985

 

Phil­ip­pe, F. L., Laven­ture, S., Beau­lieu-Pel­le­tier, G., Lecours, S., and Lekes, N. (2011). Ego-resi­li­en­cy as a    media­tor bet­ween child­hood trau­ma and psy­cho­lo­gi­cal sym­ptoms. J. Soc. Clin. Psy­chol. 30, 583–598.        doi: 10.1521/jscp.2011.30.6.583

 

Shamir, B., Day­an-Horesh, H., and Adler, D. (2005). Lea­ding by bio­gra­phy: towards a life-sto­ry approach to the       stu­dy of lea­der­ship. Lea­der­ship 1, 13–29. doi: 10.1177/1742715005049348

 

Shamir, B., and Eilam, G. (2005). “What’s your sto­ry?” A life-sto­ries approach to authen­tic lea­der­ship         deve­lo­p­ment. Lea­dersh. Q. 16, 395–417. doi: 10.1016/j.leaqua.2005.03.005

 

Tcho­la­ki­an LA, Khapo­va SN, van de Loo E and Leh­man R (2019). Coll­ec­ti­ve Trau­mas and the Deve­lo­p­ment of             Lea­der Values: A Curr­ent­ly Omit­ted, but Incre­a­sing­ly Urgent, Rese­arch Area. Front. Psy­chol. 10:1009.        doi: 10.3389/fpsyg.2019.01009

 

Yehu­da, R., Schmeid­ler, J., Wain­berg, M., Bin­der-Bry­nes, K., and Duv­de­va­ni, T. (1998). Vul­nerabi­li­ty to       post­trau­ma­tic stress dis­or­der in adult off­spring of Holo­caust sur­vi­vors. Am. J. Psych­iatr. 155, 1163–           1171. doi: 10.1176/ajp.155.9.1163

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